Attraverso i miti ovidiani si è cercato di abbandonare resistenze psicologiche e blocchi fisici per giungere a un’espressività corporea libera da vincoli. Esercizi guidati e di improvvisazione, ispirati ai miti e e alle loro rappresentazioni pittoriche e scultoree, hanno condotto ogni allievo verso la propria personale metamorfosi. Un percorso di trasformazione e liberazione attraverso la confusione delle forme, i cambiamenti di stato, la comunione dei corpi.
Il laboratorio si è concluso con la performance “Indistinti confini – sei mini variazioni” in cui i miti di Ceice, Mestra, Siringa, Filemone e Bauci, Biblide e Ecuba sono stati realizzati partendo dalle idee di rappresentazione elaborate dai partecipanti al laboratorio.
“Come quando si rivestono due rami con un pezzo di corteccia, col tempo li vedi saldarsi e crescere insieme, allo stesso modo, una volta unitesi le membra in un intreccio tenace, non sono più due ma una forma duplice, non sembra nessuno dei due e sembra tutt’e due.”
Con Federico Bortolot
Mariasole Davanzo
Camilla Di Biase
Marianna Di Filippo
Maria Sofia Rizzi
voce registrata di Ester Deriu